lunedì 1 marzo 2021

Simone Weil - MANIFESTO PER LA SOPPRESSIONE DEI PARTITI POLITICI

 


1 - Un partito politico è una macchina per fabbricare passione collettiva.

2 - Un partito politico è un’organizzazione costruita in modo da esercitare una pressione collettiva sul pensiero di ognuno degli esseri umani che ne fanno parte.

3 - L’unico fine di qualunque partito politico è la sua propria crescita, e questo senza alcun limite.

Per via di queste tre caratteristica, ogni partito è totalitario in embrione e nelle aspirazioni.
Se non lo è nei fatti, questo accade solo perché quelli che lo circondano non lo sono di meno.
Queste tre caratteristiche sono verità di fatto, evidenti a chiunque si sia avvicinato alla vita dei partiti.
La condizione necessaria e sufficiente perché il partito serva efficacemente la concezione del bene pubblico, in vista del quale esiste, è che possieda una grande quantità di potere.
Ma in realtà nessuna quantità finita di potere potrà mai essere considerata come sufficiente, soprattutto una volta che la si sia ottenuta.
Così la tendenza essenziale dei partiti è totalitaria, non solo relativamente a una nazione, ma relativamente al globo terrestre.
Il temperamento rivoluzionario porta a concepire la totalità. Il temperamento piccolo borghese porta a convivere con l’immagine di un progresso lento, continuo e illimitato. Ma nei due casi la crescita materiale del partito diviene l’unico criterio rispetto al quale si definiscono in ogni cosa il bene e il male. Esattamente come se il partito fosse un animale all’ingrasso, e l’Universo fosse stato creato per farlo ingrassare.
la propaganda è sempre un tentativo di asservimento dello spirito. Tutti i partiti fanno propaganda. Chi non ne facesse scomparirebbe, in virtù del fatto che gli altri ne fanno.
Immaginiamo il membro di un partito - deputato, candidato al Parlamento o semplicemente militante - che prenda in pubblico il seguente impegno: «Ogniqualvolta esaminerò un qualunque problema politico o sociale, mi impegno a scordare completamente il fatto che sono membro del mio gruppo di appartenenza, e a preoccuparmi esclusivamente di discernere il bene pubblico e la giustizia».
Questo linguaggio sarebbe accolto in modo negativo. I suoi, e anche molti altri, lo accuserebbero di tradimento. I meno ostili direbbero: «Perché, allora, ha aderito a un partito?», ammettendo così ingenuamente che entrando in un partito si rinuncia a cercare unicamente il bene pubblico e la giustizia. Quell’uomo sarebbe escluso dal suo partito, o per lo meno ne perderebbe l’investitura, non sarebbe certamente eletto.
Se un uomo, membro di un partito, è risolutamente deciso ad essere fedele in ogni suo pensiero unicamente alla luce interiore e a null’altro, non può far conoscere questa risoluzione al suo partito. E allora, di fronte a esso, in stato di menzogna.

Nessun commento:

Posta un commento