venerdì 29 luglio 2016

San Francisco

se stai andando a San Francisco
assicurati di metterti dei fiori
tra I capelli
se stai andando a San Francisco
assicurati di metterti dei fiori
tra I capelli
se stai andando a San Francisco
stai per
incontrare brava gente laggiù
per quelli che vengono a San Francisco
l’estate sarà incantevole

nelle strade di San Francisco
brava gente indossa fiori
tra i capelli
attraverso la nazione
una strana vibrazione
gente in movimento
c’è un intera generazione
con una nuova spiegazione
gente in movimento
gente in movimento

per quelli che vengono a San Francisco
accertati di mettere dei fiori
tra i capelli
se vieni a San Francisco
accertati di mettere dei fiori
tra i capelli
Se vieni a San Francisco
L’estate sarà incantevole
Se vieni a San Francisco
L’estate sarà incantevole 


https://youtu.be/bch1_Ep5M1s?list=RDbch1_Ep5M1s

Coscienza umana

La mente dell’uomo è capace di due tipi di conoscenza ovvero di due modalità di coscienza

quella RAZIONALE e quella INTUITIVA

La conoscenza razionale è ricavata dall’esperienza che abbiamo degli oggetti e degli eventi del nostro ambiente quotidiano ed è, pertanto, un sistema di concetti astratti e di simboli, caratterizzato dalla struttura lineare e sequenziale tipica del nostro modi di pensare e di parlare.

Bisogna prendere atto che il mondo naturale è un modello di varietà e complessità infinite, un mondo multidimensionale in cui le cose non avvengono in successione ma tutte contemporaneamente.

Concentrandosi su ciò che è oltre l’udito, oltre il tatto, oltre la vista, il gusto e l’olfatto, che è indefettibile ed eterno, senza principio e senza fine, più grande del grande, l’uomo si salva dalle fauci della morte.

la conoscenza razionale e le attività razionali costituiscono certamente la parte più importante della ricerca scientifica ma non la comprendono tutta quanta, infatti la componente razionale della ricerca sarebbe inutile se non fosse completata dall’intuito che rende creativi gli scienziati fornendo loro nuove visioni. Queste visioni tendono a manifestarsi spontaneamente ed improvvisamente , non quando si è seduti sul tavolo di lavoro cercando di risolvere equazioni ma quando ci si rilassa nel bagno, a passeggio nei boschi, distesi sulla spiaggia ecc. Durante questi momenti di riposo dopo una intensa attività intellettuale, la mente intuitiva subentra a quella razionale e produce improvvise visioni chiarificatrici.

Quando la mente razionale tace, la modalità intuitiva produce uno stato di straordinaria consapevolezza, l’ambiente viene percepito direttamente senza il filtro del pensiero concettuale.

mercoledì 6 luglio 2016

Priorità

E si, la vita ci impone delle priorità.

L'offerta di "opportunità" nella nostra società "consumistica" è infinita, tutta la confusione in cui versa la maggior parte delle persone è proprio causata da queste semplici ragioni.

Non potendo disporre di un tempo infinito e di risorse economiche infinite ( eh si, qualsiasi cosa si tratta di scegliere costa ) la gente deve scegliere in base alle priorità personali.

Già questo, per quanto denaro e tempo tu possa disporre, implica rinuncia, ma non solo, ciò a cui dovrai rinunciare sarà sempre enormemente più grande di quello che puoi permetterti.

Questo implica confusione ed insoddisfazione permanenti che hanno come conseguenza "un ordine di priorità COMPULSIVO", cioè "non dettato da quelle che sono delle vere priorità importanti per la tua esistenza", ma solo da ciò che altri "dicono" a te cosa sia importante.

Senza tirare in ballo sociologi o filosofi come Abraham Maslow e la sua scala dei bisogni umani e ne tanto meno Sir Bertrand Russel con la sua ricerca della felicità, possiamo certamente trarre delle conclusioni che abbiano un nesso con quello che facciamo come associazione e quello che dovrebbe e speriamo essere, il 10 luglio ed il nesso è:

LA GENTE HA SEMPRE QUALCHE ALTRA COSA DI IMPORTANTE DA FARE indipendentemente da una ponderata SCALA DI PRIORITA' per la propria esistenza.

Se ci pensi è diventato IMPORTANTE non quello che LO E' ma quello che IN QUEL MOMENTO lo è.

Visto che i "momenti" , cioè le circostanze e gli stili di vita, volutamente mutano continuamente ( già a desso ci sono nei negozi le proposte di abbigliamento per il prossimo autunno inverno ) la scala di priorità delle persone è costantemente instabile.

Ecco perché mi sento dire, " che bella iniziativa, peccato che........."

Lo scopo di giornate come ogni seconda domenica del mese è semplicemente far scoprire quella SCALA DI PRIORITA' personale.

La graduatoria di ciò che viene comunque e sempre prima di ciò che è dopo, solo così potrai, cara amica e caro amico, dare stabilità alla tua esistenza.

Ce l'abbiamo messa tutta per far si che  sia una giornata straordinaria per scoprire la semplicità delle cose che veramente contano. 
Questa volta vieni e non nasconderti dietro la solita frase " che bello, peccato, purtroppo che......" infondo è sempre e solo una questione di PRIORITA' ed allora cosa è veramente importante per te? Vieni a scoprirlo.

Vi lascio con un pensiero di Confucio
"Si hanno due vite. La seconda comincia il giorno in cui ci si rende conto che non se ne ha che una"






Grazie


Bortone Francesco

martedì 5 luglio 2016

Cosa è l'Olismo

Oggi se ne parla molto e quasi sempre, senza conoscenza ed a sproposito.

L'Olismo non è
una religione
una medicina
una filosofia
un metodo

L'Olismo è un concetto in relazione al quale QUALSIASI "cosa"  riguardi o sia pertinente l'ESSERE UMANO va concepita nell'insieme delle sue parti componenti,
quella Fisica,
quella Mentale,
quella Emotiva
quella Spirituale ( ricerca del senso )

Qualsiasi intervento possa essere necessario in una o più di queste componenti,  deve essere fatto tenendo conto di tutte le parti stesse e non solamente di quella specifica che necessità di prendersi cura.

In questa ottica anche la figura dell'OPERATORE OLISTICO si fa chiara e netta

"Un operatore Olistico autentico non svolge un lavoro o una professione ma uno SCOPO che si finalizza,dopo avere realizzato se stesso, nell' avere cura degli altri"ibu-fpb

domenica 3 luglio 2016

Origini del pensiero occidentale


La fisica moderna ha una profonda influenza su quasi tutti gli aspetti della società umana.

Le radici della fisica, come tutta la scienza occidentale, vanno ricercate nel primo periodo della filosofia greca, nel sesto secolo a.C., in una cultura nella quale scienza, filosofia e religione non erano separate.

I filosofi della scuola di Mileto vennero definiti “coloro che pensano che la materia sia animata” poiché non facevano nessuna distinzione tra animato e inanimato, tra spirito e materia.

La loro aspirazione era scoprire la natura essenziale delle cose che essi chiamarono fisica.

In effetti non avevano neppure un termine per indicare la materia in quanto consideravano tutte le forme di esistenza come manifestazioni della fisica, dotate di vita e spiritualità.

Così Talete sosteneva che” tutte le cose sono piene di dei” ed Anassimandro concepiva l’universo come “una specie di organismo alimentato da uno pneuma”, il respiro cosmico, allo stesso modo in cui il corpo umano è alimentato dall’aria.

Questa concezione filosofica prende il termine di monismo con cui si intende la sostanziale unità dell'essere in un tutt'uno. Un caso particolare del monismo è l'olismo fisico che è tipico delle filosofia orientali come il Vedanta indiano e il Taoismo cinese.

Eraclito credeva che il mondo fosse in perenne mutamento, in eterno divenire. Per lui la staticità dell’essere era pura illusione. Riteneva che tutte le trasformazioni nel mondo nascessero dall’azione reciproca e ciclica dei contrari e pensava ogni coppia di contrari come un’unità. A questa unità, che contiene e trascende tutte le forze opposte, diede il nome di Logos.

La rottura del concetto di questa unità cominciò con la scuola eleatica, secondo la quale esisteva un Principio Divino al di sopra di tutti gli dei e di tutti gli uomini. Questo principio fu inizialmente identificato con l’unità dell’universo; in seguito fu visto come un “dio intelligente e personificato” che sta al di sopra del mondo e lo governa. Ebbe così inizio una tendenza di pensiero che alla fine condusse alla separazione tra spirito e materia e a un dualismo che divenne caratteristico nella filosofia occidentale.

Un passo deciso in questa direzione fu compiuto da Parmeide considerava l’Essere uno e immutabile

Nel quinto secolo a.C. i filosofi greci tentarono di superare l’acuto contrasto tra la concezione di Parmenide e quella di Eraclito. Allo scopo di conciliare l’idea dell’Essere immutabile di Parmenide con quella dell’eterno divenire di Eraclito essi sostennero che l’Essere è manifesto in certe sostanze invariabili le quali mescolandosi e separandosi, danno luogo ai mutamenti che accadono nel mondo. Questo portò al concetto di atomo, la più piccola unità indivisibile di materia. Gli atomisti greci tracciarono così una linea netta di separazione tra spirito e materia, immaginando la materia composta da diversi”mattoni fondamentali”.

Nei secoli successivi, questa immagine divenne un elemento essenziale del pensiero occidentale, del dualismo tra mente e materia, tra corpo e anima.

Non appena si affermò l’idea di una separazione tra spirito e materia, i filosofi rivolsero l’attenzione al mondo spirituale a ai problemi etici. Questi pensieri dovevano occupare il pensiero occidentale per più di duemila anni dopo l’apice raggiunto dalla scienza e dalla cultura greca nel quinto e nel quarto secolo a.C..

Le conoscenze scientifiche dell’antichità vennero sistematizzate e organizzate da Aristotele, il quale creò lo schema che doveva diventare la base della concezione occidentale dell’universo per 2000 anni. Ma Aristotele stesso era convinto che i problemi riguardanti l’anima umana e la contemplazione della perfezione di dio fossero molto più importanti dell’indagine del mondo materiale.

Il motivo per cui il modello aristoteliano non venne messo in discussione per tanto tempo fu proprio questa mancanza di interesse per il mondo materiale e la forte presa della chiesa cristiana , che sostenne le dottrine aristoteliche per tutto il medioevo.

Un ulteriore sviluppo della scienza occidentale doveva verificarsi solo nel rinascimento quando gli uomini iniziarono a liberarsi della influenza di Aristotele e della chiesa e mostrarono un nuovo interesse per la natura.

Verso la fine del quattrocento lo studio della natura fu affrontato per la prima volta con spirito realmente scientifico e vennero effettuati esperimenti per controllare le ipotesi teoriche. Poiché parallelamente si verificò un crescente interesse per la matematica questo sviluppo condusse alla formulazione di teorie propriamente scientifiche basate sull’esperimento ed espresse nel linguaggio della matematica. Galilei fu il primo a combinare conoscenza empirica matematica e perciò viene considerato il padre della scienza moderna.

La nascita della scienza moderna fu preceduta e accompagnata da uno sviluppo del pensiero filosofico che portò ad una formulazione estrema del dualismo spirito-materia. Questa formulazione comparve nel seicento con la filosofia di Renè Descartes meglio noto come Cartesio, il quale fondò la propria concezione della natura su una fondamentale separazione tra due realtà distinte e indipendenti, quella della mente e quella della materia. La separazione cartesiana permise agli scienziati di considerare la materia come inerte e completamente distinta da se stessi e di raffigurarsi il mondo materiale come una moltitudine di oggetti differenti riuniti insieme in una immensa macchina.
Una si fatta concezione meccanicistica del mondo fu sostenuta da Isaak Newton che su questa base costruì la sua scienza della meccanica e la pose a fondamento della fisica classica
Dalla seconda metà del seicento sino alla fine dell’ottocento il modello meccanicistico newtoniano dell’universo dominò tutto il pensiero scientifico. 
Era accompagnato dall’immagine di un dio monarca che dall’alto governava il mondo imponendo ad esso la sua legge divina. Di conseguenza le leggi fondamentali della natura ricercate dagli scienziati vennero considerate le leggi divine invariabili, ed eterne alle quali il mondo era soggetto.

La filosofia di Cartesio non fu solo importante per lo sviluppo della fisica classica, ma ebbe anche un’enorme influenza su tutto il modo di pensare occidentale sino ai giorni nostri.

La famosa frase di Cartesio “Cogito ergo sum” ha portato l’uomo occidentale a identificarsi con la propria mente invece che con l’intero organismo
Come conseguenza della separazione cartesiana , l’uomo moderno è consapevole di se stesso come un Io isolato che vive all’interno del proprio corpo. La mente è stata divisa dal corpo e ha ricevuto il compito di controllarlo; ciò ha provocato la comparsa di un conflitto tra volontà cosciente ed istinti involontari. Ogni individuo è stato suddiviso ulteriormente in base alle sue capacità, attività, sentimenti, opinioni, ecc.,in un gran numero di compartimenti separati, impegnati in conflitti inestinguibili, che generano una continua confusione metafisica e altrettanta frustrazione. 
Questa frammentazione interna dell’uomo rispecchia la sua concezione del mondo esterno che è visto come un insieme di oggetti ed eventi separati. Si considera l’ambiente naturale come se fosse costituito da parti separate che devono essere sfruttate da vari gruppi di interesse, Questa visione non unitaria è ulteriormente estesa alla società, che viene suddivisa in differenti nazioni, razze, gruppi religiosi e politici.

La convinzione che tutti questi frammenti, in noi stessi, nel nostro ambiente e nella nostra società, siano realmente separati può essere vista come la causa fondamentale di tutte le crisi attuali, sociali, ecologiche e culturali. Essa ci ha estraniati dalla natura e dagli esseri umani nostri simili. Essa ha provocato una distribuzione delle risorse naturali incredibilmente ingiusta, che crea disordine economico e politico: un’ondata di violenza, sia spontanea sia istituzionalizzata , che cresce sempre più, e un ambiente inospitale, inquinato, nel quale la vita è diventata fisicamente e spiritualmente insalubre.

Segue con  Origini del pensiero Orientale

sabato 2 luglio 2016

LA SAGGEZZA DEL DUBBIO Messaggio per l'età dell'angoscia

ALAN W. WATTS (1915 – 1973)

Dice Alan Watts nella sua Prefazione « Mi ha sempre affascinato la legge dello sforzo alla rovescia. La chiamo a volte 'legge d'inversione'. Se cerchi di stare a galla, vai a fondo; se invece cerchi di immergerti, galleggi. Se trattieni il respiro, lo perdi — il che mi richiama subito alla mente un detto antico e molto trascurato: 'Chi vuol salvarsi l'anima la perde'.

Questo libro è un'indagine su questa legge per quanto riguarda la ricerca di sicurezza psicologica che l'uomo persegue e gli sforzi che fa per trovare una certezza spirituale e intellettuale nella religione e nella filosofia. È stato scritto nella convinzione che non vi potrebbe essere un tema più adatto a un'epoca in cui la vita umana sembra particolarmente insicura e incerta. Sostiene che questa insicurezza è proprio il risultato dei nostri tentativi di sentirci sicuri e che, per contro, la salvezza e la salute mentale risiedono nel riconoscimento più radicale che non abbiamo alcun modo di salvarci.

Gli esseri umani sembrano felici solo se hanno un futuro al quale guardare — sia esso lo 'spassarsela' domani o la vita eterna oltre la morte. Per vari motivi alla gente riesce sempre più difficile credere in una vita di questo tipo. D'altra parte il momento dello 'spasso', quando arriva, ha lo svantaggio che è difficile goderne appieno senza la promessa di poterne avere ancora. Se la felicità dipende sempre da qualcosa che si attende per il futuro, inseguiamo un fuoco fatuo che sfugge sempre alla nostra presa sino a quando il futuro, e noi stessi, non svaniremo nell'abisso della morte

C'è una storia cinese su un uomo che si recò da un saggio e gli disse: "Il mio spirito non ha pace. Ti prego di placarmelo". Il saggio rispose: "Tira fuori il tuo spirito (il tuo Io) e mettimelo davanti; lo tranquillizzerò". "Lo vado cercando da molti anni", replicò l'uomo, "ma non riesco a trovarlo". "Ecco dunque", concluse il saggio, "che si è placato!".

Il vero motivo per cui la vita umana può essere così totalmente esasperante e frustrante non è l'esistenza di fatti chiamati morte, dolore, paura o fame. La cosa pazzesca è che, quando questi fatti sono presenti, noi ci giriamo intorno, ci agitiamo, ci dimeniamo, corriamo via, tentando di sottrarre l' 'Io' all'esperienza. Fingiamo d'essere delle amebe e cerchiamo di proteggerci dalla vita dividendoci in due. La salute mentale, l'interezza e l'integrazione risiedono nella comprensione che non siamo divisi, che l'uomo e la sua esperienza presente sono una cosa sola, e che è impossibile trovare un Io o una psiche separati.


Alan Wilson Watts è stato un filosofo inglese.
Nato nel 1915, nel Kent, da una famiglia della middle class, si trasferì negli Stati Uniti nel 1938. Noto per i suoi vasti studi di filosofia orientale (buddhismo Zen, taoismo, induismo), pubblicò nel 1957 The Way of Zen, la sua opera più significativa.
Poco tempo dopo, durante un tour in Europa, ebbe modo di conoscere lo psichiatra e psicanalista Carl Gustav Jung con cui approfondì alcune nuove tesi sulla moderna psicologia. Al suo ritorno negli Stati Uniti fu introdotto all'esperienza psichedelica dal Dr. Oscar Janiger.
La sua esperienza spirituale lo portò alla conversione al buddhismo.
Ebbe modo di insegnare nelle università di Cambridge, Cornell e Hawaii.
Negli ultimi anni della sua vita divenne uno dei punti di riferimento per tutta l'area della controcultura.
Watts morì di scompenso cardiaco all'età di 58 anni dopo un faticoso tour di seminari.